Ci rifacciamo al titolo utilizzato per un articolo di Altreconomia, pubblicato in occasione della scorsa Giornata mondiale dedicata alla Terra, il 22 aprile.
Nel frattempo, è ricorso anche l’Overshoot day dell’Italia, il 19 maggio, ovvero la data in cui, secondo i nostri livelli di produzione e consumo, si stima che finiamo le risorse naturali italiane per l’anno in corso e viviamo in deficit ecologico, ovvero spendendo più delle risorse che il nostro territorio è in grado di rigenerare in un anno e immettendo in atmosfera più CO2 della capacità che hanno gli ecosistemi di assorbirla. Insomma, da quel momento in poi viviamo in debito con l’ambiente, con la Terra e con le generazioni future, di cui stiamo utilizzando e degradando le risorse. E a livello globale? Nel 2023, l’Overshoot day è stato il 2 agosto. Negli anni Settanta si verificava alla fine di dicembre, negli anni Ottanta era a novembre, negli anni Novanta è passato a ottobre e nel 2001 è stato anticipato al 13 settembre. Un progressivo peggioramento che sposta la data sempre prima ogni anno.
Allora, di quale ambiente parliamo oggi?
L’ambiente di cui parliamo è l’aria che respiriamo, la terra che calpestiamo, il frutto che mangiamo. È il carburante della nostra auto, è il prodotto surgelato che compriamo al supermercato. È il mozzicone di sigaretta che buttiamo per terra, le ore di video che guardiamo sul nostro smartphone. L’ambiente è ovunque, lo viviamo, lo colonizziamo e, sfruttandolo, lo ritroviamo in ogni prodotto che consumiamo e in ogni abitudine, piccola o grande che sia, che caratterizza il nostro stile di vita.
Cosa possiamo fare per prendercene cura e preservarlo?
Nel nostro modello di eventi sostenibile abbiamo introdotto la figura dell’ambasciatore ecologico che non è solo colui o colei chiamati a controllare il corretto conferimento dei rifiuti di un evento nell’isola ecologica, ma anche colui o colei che si fanno portatori di un messaggio ambientalista, testimoni della possibilità di non sbuffare davanti a piccoli e semplici gesti che possono fare davvero la differenza.
IL NOSTRO APPELLO
Celebriamo quindi questa giornata ricordando(ci) di sforzarci di vedere la complessità dietro la semplicità e di porci sempre le domande più scomode, perché gli impatti ambientali si celano ovunque e dobbiamo allenarci a scovarli per gestirli nel modo più responsabile possibile, facendo le scelte giuste.
Il mondo degli eventi può e inizia a fare la sua parte, cercando di garantire sempre più cura e rispetto per le ricadute (visibili e invisibili) sia sull’ambiente che sulle persone.
Buona giornata mondiale dell’ambiente a tutte e tutti voi!
PER APPROFONDIRE
L’Overshoot day è stato istituito dall’organizzazione internazionale Global Footprint Network, che si occupa di contabilità ambientale e che calcola, a partire dal 1961, l’impronta ecologica della specie umana nel suo insieme e quella dei singoli Stati.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno di ogni anno, è nata nel 1972 in seguito alla Conferenza di Stoccolma organizzata dalle Nazioni Unite. In quell’occasione si afferma che l’umanità “è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell’ambiente davanti alle generazioni future“. Per la prima volta si riconosce l’esigenza planetaria di proteggere l’ambiente, le cui risorse devono essere utilizzate in modo da evitarne l’esaurimento e da assicurare che i benefici del loro sfruttamento siano condivisi da tutti. Quest’anno la Giornata vuole indirizzare la riflessione in particolare verso la rigenerazione del suolo per contrastare i fenomeni di degrado estremo, come la desertificazione e la siccità.
Quest’anno la giornata mondiale dell’ambiente è dedicata alla rigenerazione del suolo e si concentra quindi sul ripristino del territorio, sulla desertificazione e sulla resilienza alla siccità con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration”. Puoi approfondire la tematica sul sito di ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (link). Altre risorse sulla rivista LIFEGATE (link) e sul blog 3bee (link). Mentre l’articolo citato di Altreconomia è qui (link).